Nessie New Logo

22 April 2024

La lenta morte del diritto dal Covid a Gaza




Prelevo dal sito
SFERO questo articolo di Alessandro Bagnato dal titolo "Dal Covid a Gaza. La lenta morte del diritto". Non l'ho copia-incollato integralmente, data la sua lunghezza. La parte del conflitto russo-ucraino potete leggerla cliccando al collegamento. Ma mi ha colpito notevolmente, l'aver messo in correlazione un episodio cruciale come lo stato di emergenza legato alla "pandemia" con la carneficina a Gaza. Nella prima c'erano almeno una dozzina di articoli della nostra costituzione espressamente violati (diritto nazionale). Nel secondo, si violano gli accordi  del diritto internazionale e il mondo dell'etica relativa alla cultura greco-romana-cristiana. Quel  mondo di Antigone e della pietas umana (che poi è segno distintivo di civiltà e cultura ), già cardine della cultura d'Occidente, ad oggi sembra essersi estinto. Mancano all'articolo di Bagnato, le conseguenze che oggi vediamo e leggiamo perfino sulla stampa mainstream circa le morti improvvise per "malori improvvisi" delle quali si tace in un silenzio complice, la causa principale.  Ma questa parte possiamo e dobbiamo integrarla noi, giorno dopo giorno. 


La carneficina di Gaza va ogni oltre ogni parola e rimarrà nella storia come uno dei peggiori crimini commessi dall’uomo. Segna la definitiva sepoltura del mito della superiorità morale dell’Occidente e decreta la morte del diritto, colpito in quei valori assoluti sui quali esso fonda la sua ragion d’essere. Se, infatti, i rapporti di forza hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale nel regolare le relazioni tra gli Stati, negli ultimi cent’anni erano state fissate alcune norme basilari per porre un argine alle derive più estreme, valide anche e soprattutto nel caso di guerre: è vietato colpire i civili, non si possono torturare i prigionieri, non si possono bersagliare i mezzi di soccorso e così via. Seppure queste norme non siano sempre rispettate, dal punto di vista teorico gli Stati non le hanno mai messe in discussione. La mattanza di Gaza segna una brusca rottura di questo processo di allontanamento dalla barbarie.


Israele oltre ogni regola

Sotto le macerie di Gaza è morto anche il diritto internazionale. Non solo l’esercito israeliano prende deliberatamente a bersaglio i palazzi e le strutture civili, le ambulanze, le famiglie in fila per gli aiuti alimentari, i bambini, i giornalisti e i volontari che cercano di alleviare le sofferenze della popolazione. Non solo uccide 40.000 civili, di cui la metà bambini, e lascia che i sopravvissuti muoiano per fame e sete vietando l’ingresso dei convogli alimentari. Non solo bombarda gli ospedali, lasciando che le persone vengano operate senza anestesia o muoiano per le ferite che non possono più essere curate. Ciò che segna il punto di non ritorno è che queste azioni vengano rivendicate come opportune da alti esponenti del governo israeliano. Si sono sentite dichiarazioni che non sembrano appartenere a questo mondo, dai palestinesi che sarebbero “animali umani” alla necessità di sparare ai bambini perché “sono potenziali terroristi”. Come non bastasse, Israele si arroga il diritto di scaricare regolarmente bombe su Libano e Siria, paesi non belligeranti, fino a colpire un edificio diplomatico iraniano uccidendo diverse persone. Pone così in essere la più incontestabile violazione del diritto internazionale, quella che viene insegnata alle università come il classico casus belli. Nemmeno i nazisti erano arrivati a tanto. In questo quadro di pura bestialità, appare un minus la grave dichiarazione israeliana di non volersi attenere né all’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia, che, nell’ambito del processo in cui lo Stato ebraico è imputato di genocidio, gli ha imposto di porre fine alla carneficina, né alla Risoluzione delle Nazioni Unite che chiede un urgente cessate il fuoco.

Che, a fronte di tali mostruosità, Israele venga dalle nostre parti osannato a canali e testate unificate come “l’unica democrazia del Medio Oriente” fa ben comprendere lo stato di profonda corruzione morale in cui versa l’attuale classe dirigente occidentale e la stampa che le tiene lo strascico. Basti pensare a quale reazione avrebbe accolto un eventuale bombardamento russo dell’ambasciata britannica nel centro di Roma, con la morte di diversi cittadini britannici e italiani. Ma l’informazione al servizio dell’impero americano si strappa le vesti solo per “l’ingiustificabile” ritorsione iraniana, questa sì pienamente legittima secondo il diritto bellico.

Il Covid e la scusa dell'emergenza

Purtroppo, la crisi epocale del diritto internazionale non è che una manifestazione di una eclissi del diritto in senso lato, ben visibile nei paesi dell’Occidente. Per stare al contesto della guerra ucraina, ne sono espressione i provvedimenti del tutto arbitrari contro i cittadini russi, privati dell’accesso al conto corrente -in alcuni Stati baltici persino dei loro beni- soltanto in virtù della loro nazionalità. Una sorte che è toccata anche ad alcuni giornalisti occidentali colpevoli di essere “filo-russi”, ossia, fuori dalla propaganda, di riportare anche le opinioni dei cittadini del Donbass.

Le prime manifestazioni eclatanti di una simile deriva si sono prodotte in epoca Covid, con restrizioni alle libertà personali dettate da norme gravemente violative sia delle Costituzioni nazionali che di numerosi patti internazionali. Gli Stati hanno spesso formalmente agito rispettando le leggi (emanate ad hoc) ma queste stesse leggi contravvenivano in maniera evidente alle norme di rango superiore a tutela dei diritti fondamentali. Per motivi che qui sarebbe lungo analizzare, i giudici non hanno saputo e voluto sanzionare queste clamorose violazioni, giustificandole con la situazione di emergenza. Si sono dimenticati che le Costituzioni nascono per arginare il potere degli esecutivi e non può bastare un emergenza – vera o presunta - da essi stessi dichiarata perché se ne possano affrancare. Se così è, le Costituzioni non servono più. Non è certo un caso che le crisi siano di fatto diventati permanenti. Dal terrorismo, al Covid all’Ucraina al clima, i governi hanno trovato il grimaldello giusto per scardinare la democrazia.

Nel periodo pandemico si sono registrati episodi ancora più gravi, in cui gli Stati hanno operato senza nemmeno la copertura delle leggi ordinarie ponendosi così al di sopra del diritto, alla stregua dei sovrani “legibus soluti”. Il caso più noto è l’acquisito dei cosiddetti vaccini Covid, autorizzato dalla Von Der Leyen tramite scambio di sms, che non si sono potuti nemmeno visionare in quanto successivamente cancellati. Le regole che disciplinano gli appalti per evitare episodi corruttivi sono state bypassate proprio nell'acquisto più oneroso della storia UE.

Almeno due casi clamorosi hanno riguardato il nostro paese e, per quanto gravi, non hanno ottenuto l'attenzione che meritavano.

Durante le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica è stato negato il voto all’onorevole Sara Cunial in quanto sprovvista di certificato verde, facendo leva sul fatto che solo questo documento garantisse la non contagiosità. L’episodio è già grave in sé, avendo privato un parlamentare del suo diritto di voto costituzionalmente garantito, ma diventa ancora più grave ove si consideri che ai parlamentari positivi al Covid la votazione è stata invece consentita, allestendo un apposito seggio fuori dal palazzo. Si è così permesso di votare a chi era sicuramente contagioso e non a chi avrebbe solo potuto esserlo. Cosa garantisce che si troverà un giorno una qualche altra scusa inconsistente per evitare a un parlamentare scomodo di esercitare il suo diritto/dovere di rappresentanza?

Il secondo episodio riguarda quanto capitato a luglio 2021 in merito alla traduzione del Regolamento UE che istituiva il certificato verde. Mentre il testo originale UE precisava che il documento non doveva discriminare chi non poteva o non voleva “vaccinarsi”, nella traduzione italiana la parola “voleva” spariva, permettendo così la discriminazione dei soggetti che avevano scelto di non sottoporsi a inoculazione. In maniera truffaldina, il governo Draghi si è inventato una legge inesistente dandosi il potere arbitrario di comprimere i diritti fondamentali. Volendo peraltro far credere che questo comportamento fosse completamente conforme alle norme europee, invece opportunamente distorte. Il vulnus è poi stato sanato correggendo la traduzione ma un tale comportamento finisce per minare alla radice ogni fiducia del cittadino nello Stato. Secondo lo stesso principio, domani l'esecutivo potrebbe pubblicare in Gazzetta Ufficiale un testo diverso da quello approvato in Parlamento, senza che nessuno se ne accorga.

Crisi del diritto e crisi di civiltà

La verità è che questi colpi di maglio all’ordinamento giuridico vanno letti all’interno di un più generale progetto volto a sostituire il diritto con un sistema di credito sociale che consente di trasformare i diritti fondamentali in concessioni elargite dal Potere. A ciò si intende affiancare un controllo giurisdizionale sottratto agli umani e affidato a algoritmi impersonali, che garantirebbero più velocità e imparzialità. A completare l’opera si vorrebbe introdurre la “giustizia predittiva”, che consentirebbe di prevenire ex ante i reati invece che punirli ex post, individuando, con algoritmi sempre più precisi, chi sta per commettere un delitto prima che passi all’azione. Si potrebbe insomma essere puniti senza aver commesso alcunché, solo perché identificato come potenziale criminale sulla base di criteri automatici impostati chissà come e per quali interessi. Un esempio della deriva a cui un tale sistema potrebbe portare è emerso qualche giorno fa su un giornale israeliano. A Gaza l’esercito israeliano utilizzerebbe l’intelligenza artificiale per individuare i civili palestinesi “potenzialmente” associabili al terrorismo. Dopo venti secondi dall'automatico verdetto, il militare spara. E’ una notizia che dà i brividi e che potrebbe dare ragione dei numerosi video che mostrano i soldati israeliani uccidere di proposito civili inermi che attraversano la strada o che hanno le mani alzate, ecc, siano uomini, donne o bambini. Chissà quanti di questi erano “associabili” al terrorismo magari perché vicini di casa di un esponente di Hamas che nemmeno sapevano essere tale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/05/israele-intelligenza-artificiale-raid-a-gaza-inchiesta-972-magazine/7502491/

Ma come è possibile che si intendano oggi mettere in discussione principi così fondamentali per la convivenza civile? La crisi del diritto, e con esso della democrazia, non è in realtà che l’espressione di una crisi di valori che in Occidente ha assunto dimensioni drammatiche. Cade il fondamento della convivenza civile perché l’uomo non sa chi più chi è e quale sia il senso del suo stare al mondo. Per questo non stupisce che il mondo occidentale stia perdendo il confronto con quei paesi che hanno mantenuto un legame più solido con le proprie radici storiche e valoriali, dalla Cina alla Russia allo stesso mondo africano. L’Occidente è caduto nel buco nero del nichilismo e, ora che anche la democrazia e il diritto nei suoi confini tramontano , non ha nulla più da offrire al resto del mondo. Nemmeno potrà presto mettere in vetrina il suo benessere materiale, in virtù delle scellerate scelte che stanno portando l’Europa verso un impoverimento di dimensioni che ancora non immaginiamo.

Se si vuole uscire da questa spirale, allora non basta affrontare una a una le gravi questioni che via via si presentano, siano esse la guerra, la censura, il trattato pandemico OMS, la compressione quotidiana dei diritti. Per quanto sia doveroso agire per porre argine a ogni passo verso la barbarie, le toppe non servono se il tessuto non tiene. Occorre ricostruire dalle fondamenta le nostre società, partendo dal recupero del senso del nostro vivere.

Negli anni Covid, il professor Montagnier, mettendo in guardia dalla possibilità che l’m-RNA dei cosiddetti “vaccini” potesse integrarsi nel DNA umano, diceva che se ciò fosse accaduto sarebbero stati coloro che non si erano sottoposti alle inoculazioni a salvare il genere umano.

Così, forse un giorno dovremmo ringraziare i popoli del resto del mondo per aver resistito al nostro imperialismo ideologico, mostrando all’Occidente una via d’uscita dal suo cupio dissolvi.


Dipinto di J.E. Lenepveu  in  alto : Antigone dà sepoltura al fratello Polinice

(SS. Sotero e Caio)

15 April 2024

Il ministero della Salute cancella il green pass europeo


Non so se trattasi di "marchette preelettorali" in vista delle elezioni europee, ma quand'anche lo fossero, questi correttivi di Schillaci (il ministro della Salute che parla poco e tiene gli occhi bassi)  contro il Green pass europeo voluto da una filiale dell'OMS in UE da applicare ai paesi membri, sono da salutare con cauto favore. Ne ha dato notizia il blog di Gioia Locati sul Giornale.  La quale rimanda ad un emendamento del PNRR. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, lo aveva promesso già ad inizio marzo, pochi giorni dopo la pubblicazione del nuovo decreto Pnrr in Gazzetta Ufficiale. Con un emendamento del governo depositato ieri in commissione Bilancio alla Camera, è stato infatti riscritto l'intero articolo 43 ed eliminato ogni riferimento all'adesione dell'Italia alla rete green pass dell'Oms per far fronte a eventuali emergenze sanitarie, nonché per agevolare il rilascio e la verifica di certificazioni sanitarie digitali utilizzabili in tutti gli Stati aderenti alla rete globale di certificazione sanitaria digitale.


Siamo dunque salvi? Scampato pericolo? Vedremo se al governo sapranno resistere all'ostracismo e alle immancabili critiche che fioccano all'interno della Ue. Non vorrei mai che facessero la stessa retromarcia della tassazione sugli extra-profitti delle banche, tanto per fare un esempio.  Il direttore dell’ufficio Oms per l’Europa Hans Kluge non ha apprezzato e ha già intimato “L’Italia ci pensi bene”, facendo intendere che senza l’Oms e il Green Pass globale non saremmo in grado di proteggerci. Ricordiamo che si tratterebbe di una sottrazione di sanità nazionale ed economica, una specie di MES sanitario, da respingere in blocco. E a proposito dell'OMS che sta preparando il famigerato Trattato Pandemico per il 27 maggio, ecco cosa ne scrive Borghi della Lega in un tweet che riprendo:

 10 Motivi per cui l'OMS va fermata", secondo Claudio Borghi


1) L'OMS non serve A NULLA. Aveva un senso nel 1948 quando le informazioni sulle epidemie arrivavano con il telegrafo. Ora siamo in infodemia. Durante il covid l'OMS non ha fornito una singola informazione utile.
Se non serve a quello evidentemente la sua reale funzione ora è un'altra.

2) L'OMS per pagare le sue ENORMI spese è in modo sostanziale pagata da privati. Tra essi i principali contributori sono la Bill Gates foundation, case farmaceutiche e associazioni pro diffusione vaccini, a loro volta pagate dai medesimi, come GAVI alliance.

3) A Maggio l'OMS cercherà di forzare tutti gli stati membri a firmare il cosiddetto "Trattato pandemico", una specie di MES DELLA MALATTIA, che garantirà ampi poteri all'organizzazione.

4) Se non riuscirà a compiere la forzatura del trattato pandemico, l'OMS tenterà di introdurre le stesse cessioni di sovranità via cambiamenti del "Regolamento Sanitario Internazionale", introdotto anni fa e già in vigore.

5) Un terzo del bilancio dell'OMS, oltre un miliardo di dollari, va negli stipendi del personale OMS sparso in sedi faraoniche in tutto il mondo. Lo stipendio MEDIO di chi lavora all'OMS, compresi i fattorini, è 120mila euro COMPLETAMENTE ESENTASSE.

6) Un altro terzo abbondante del bilancio OMS va in consulenze, strumento del tutto opaco per pagare a discrezione persone e organizzazioni in tutto il mondo.

7) La spesa in viaggi in giro per il mondo a carico dell'OMS è 160 milioni. I benefit futuri del personale sono un valore non desumibile dal bilancio, però la semplice oscillazione attuariale indica una cifra enorme.

8) La spesa TOTALE OMS per medicine e apparecchiature mediche in Africa è di soli 45 milioni. Tutta questa organizzazione enorme per una cifra minore del bilancio del comune di Urbino? Meno dei semplici costi di viaggio allocati a OMS Africa (53 milioni).

9) Il direttore OMS, l'Etiope di un partito comunista nazionalista, Tedros Ghebreyesus, mentre era ministro della sanità in Etiopia ha intessuto relazioni con la fondazione Bill Gates venendo nominato nel board di GAVI, the vaccine alliance, finanziatori complessivamente dell'OMS per quasi un miliardo.

10) L'Italia contribuisce in modo diretto e indiretto allo stipendificio OMS per circa 100 milioni l'anno.

Sarebbe il caso di smettere di pagare questi signori, magari allocando la cifra al nostro sistema sanitario nazionale. E' poco ma servirà sicuramente di più rispetto a quanto serve buttarli nella fornace OMS.

Nel frattempo si deve ASSOLUTAMENTE non firmare il trattato pandemico e rifiutare ogni cambiamento al regolamento sanitario internazionale. Ho già provveduto insieme ad altri amici di maggioranza ad allertare il Governo per evitare il rischio di arrivare impreparati alla scadenza.
-----------------------------------------------------------------------------
Perfettamente d'accordo con quanto scritto, ma spero che i suoi 10 punti non si limitino  a rimanere solo un bel tweet e che queste istanze vengano portate, con impegno e  successo, nelle idonee sedi istituzionali, fino al respingimento della nefandezza dell'OMS prevista per quel 27 maggio che è già alle porte. In ogni caso, noto che si stanno dando molto da fare sotto le elezioni. Forse sentono aria di astensione...

San Cesare di Bus



09 April 2024

Bambini in pericolo!



Di tutto ci si occupa e ci si preoccupa: di quote rosa, di quote gaie, di minoranze etniche, di diritti di minoranze allogene, ma nel cuore nero di questi tempi bui e cupi, i più trascurati sono  i bambini.  Nessuno ha fiatato sulla legge Lorenzin e i suoi 12 vaccini a stecca propinati anche in un sol colpo.  Su come i ragazzini siano stati irretiti dalla campagna vaccinale anti-Covid con premi anzi, come si dice in  pessimo burocratese, di "premialità" che davano diritto di risalita gratuita per gli ski-lift in montagna a chi fosse in possesso del green pass. Nessuno si preoccupa se nella scuola pubblica arrivano circolari che incoraggiano la sessualizzazione precoce in modo subdolo. E ora all'ospedale Careggi di Firenze, considerato un'eccellenza della Regione Toscana,  c'è chi si limita a parlare di "criticità" sulla disinvoltura con cui si distribuiscono bloccanti per la pubertà a infanti e adolescenti con una sostanza di nome triptorelina, già tolta dal commercio in UK che è il regno dei laboratori Tavistock.  Altro che "criticità"! La cosa incredibile è l'ottusa miopia con la quale in Italia si accetta roba contestata e rimossa altrove.  Ora è saltata fuori tutta questa storiaccia della "disforia di genere", ma quanti casi veri ci saranno per giustificare simili interventi medicali e simili laboratori che ricordano un copione da film horror? 

L’Istituto Superiore di Sanità (sul cui operato dopo la "pandemia" è legittimo nutrire parecchi dubbi) definisce la disforia di genere come una “condizione caratterizzata da un’intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso. La contraddizione tra il sesso biologico e l'identità di genere può condurre ad una condizione di profonda sofferenza, ansia, depressione e/o difficoltà di inserimento in ambito sociale, lavorativo o in altre importanti aree, chiamata appunto disforia di genere, così come definita nella quinta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali". 

Tra i pochissimi veri casi di questo tipo di disturbo c'è la testimonianza della scrittrice Susanna Tamaro, parente del grande Italo Svevo. La quale nelle sue interviste, racconta che  pur avendone sofferto da adolescente,  si ritiene fortunata a non aver mai proceduto a simili interventi che ritiene devianti e pericolosi per il corpo. E' - secondo la Tamaro - l'ideologia che ha reso il fenomeno della disforia una "malattia". In ogni caso si tratta di casi molto rari che non giustificano tutto questo battage da parte dei falchi (ma sarebbe meglio chiamarli corvi) del gender. Pertanto, tutto questo voler impiantare laboratori  su modello inglese (prima dell'attuale pentimento), che distribuiscono farmaci bloccanti della crescita a base di triptorelina, facendo esperimenti sui bambini e sui loro corpicini, ha del raccapricciante. Bambini già messi in pericolo durante il  caso Bibbiano con la sottrazione alla patria potestà genitoriale per poi venire collocati nelle "case-famiglia",  dei quali si è già occupato questo blog; bambini messi in pericolo dalle continue finestre di Overton spalancate sulla pedofilia. Bambini che necessitano di una scuola in grado di veicolare importanti contenuti, nozioni, una vera educazione e istruzione, regole di vita, socialità, giochi sportivi di squadra, e che invece hanno dovuto sottostare a due anni di immobile mesta quanto inefficace Didattica a Distanza (DAD). Bambini cavie di grandi aziende del farmaco. Bambini rapiti che spariscono nel nulla. Bambini oggi vittime innocenti e inconsapevoli di guerre mostruose e di conflitti spietati. 

Joanna Rowling autrice della saga di Harry Potter

Comunque la si pensi su J.K. Rowling scrittrice di successo, e dei suoi maghetti volanti della saga di  Harry Potter, dobbiamo ammettere che di questi tempi bisogna avere del fegato, specie in UK, per dire, a proposito di transgenderismo,  che una donna è una donna e un uomo è un uomo, perché sì, il sesso biologico esiste e non è  solo un'opinione soggettiva. Com'è noto è stato promulgato di recente in Scozia, lo Scotland's Hate Crime Act, ovvero la legge contro i crimini legati all'odio. Ma perfino la polizia si rifiuta di andare ad arrestarla, dopo le sue dichiarazioni. Pertanto occorre appoggiarla come donna, come cittadina, come individuo pensante. Fioccano e fioccheranno ovviamente le denunce (si parla già di 34.000), ma intanto il dado è stato tratto. E  due più due farà sempre quattro, così come le foglie sono verdi a primavera e d' estate, per dirla con Chesterton.

Le famiglie imparino a difendere  strenuamente e coraggiosamente i propri figli dai nuovi Orchi che, a differenza di quelli delle fiabe, non si limitano a distribuire solo caramelle per trarli in inganno, ma hanno sistemi manipolatori ben più persuasivi, dannosi e penetranti. In caso contrario, questo paese già sprofondato nell'inverno demografico, non avrà più alcun futuro, poiché un mondo senza bambini è un mondo senza vita. 

San Demetrio


02 April 2024

Algoritmi, demenza artificiale e censure


La demenza artificiale (chiamarla "intelligenza" è un insulto al buon senso) ha colpito ancora. Non stupisce affatto che  si sia sposata alla cultura woke e all'ideologia del correttismo politico più puritano e bigotto. Mi è stato girata in questi giorni di feste pasquali, la notizia di una  censura perpetrata da Facebook a Radio Maria, rea di aver mostrato Gesù semi- nudo sulla Croce e della diretta streaming sulla Via Crucis bloccata proprio da loro. 

Durante la serata di Venerdì Santo, proprio mentre si stava svolgendo l'evento religioso al Colosseo, la pagina social dell'emittente, si è vista oscurare la diretta. "Chiediamo scusa a tutti gli amici che seguivano la prima parte della Via Crucis in adorazione del Signore in Croce. Facebook ha eliminato il post per “contenuto immagini nudo”. Il disclaimer di FB che notifica la rimozione dei contenuti è qualcosa di semplicemente grottesco: "Sembra che tu abbia condiviso o inviato immagini di nudo o atti sessuali". (TGCom24)

 Non bastasse questo, leggo  di un  Marcello Veneziani super-imbufalito che racconta sulla Verità di domenica 31 marzo giorno di Pasqua a proposito di  una censura sui social di un suo dolce e poetico articolo sui villaggetti in via d'abbandono, citando un poeta. L'algoritmo, strumento dell'ideologia mondialista più becera ha estrapolato una sua frase :  “Tornate al vostro paese…cominciate la migrazione al contrario”. Questa frase, estrapolata dal contesto dei piccoli paesi del sud ha fatto, con ogni evidenza credere che volesse impedire gli sbarchi in arrivo quasi  giornaliero sulle nostre coste. Non ci sarebbe stato nulla di male nemmeno in questo caso, tenuto conto che siamo nell'ambito delle libere opinioni,  ma tant'è....

L'algoritmo della demenza artificiale ha fatto scattare la censura.  Il tutto, con una pappardella giustificativa (si fa per dire)  non dissimile a quella che è toccata anche alla sottoscritta di cui ho dato conto nel post del 26 marzo scorso sulla censura "democratica". Non ci vuole molto a prevedere i guasti di questa ottusa, miope e dispotica tecnocrazia del "clic". E se ne lamenta pure lo stesso Veneziani nell'articolo pasquale, nel quale avrebbe voluto parlare d'altro, di qualcosa di più alto e spirituale: 

Aggiungo tre cose che rendono questo pur piccolo episodio ancora più amaro. La prima è che non puoi nemmeno protestare con qualcuno, non sai a chi e come rivolgerti: nel regno dei social e dei gestori tutto si svolge in modo anonimo, impersonale, automatico, non puoi ricorrere a nessuno che ti ascolti, che riconosca l’errore e il danno e che ponga rimedio e faccia pubblica ammissione di aver sbagliato. La seconda è che probabilmente, anche questa mia reazione di protesta, stavolta energica, alla stupida, vergognosa censura sarà a sua volta censurata dai tecno-aguzzini automatici che veicolano i social.
La terza, più generale, è che da tempo denunciamo sulle colonne de la Verità e non solo, la deriva della dittatura
woke e le quotidiane violazioni e limitazioni alla libertà di opinione, molti condividono la nostra denuncia (anche in questo caso molti mi hanno scritto riferendomi della censura); ma non succede niente, non cambia niente, la marcia della faziosa stupidità prosegue imperterrita...

https://www.marcelloveneziani.com/articoli/sei-poeta-e-ami-il-tuo-paesino-sei-violento/

Be' - mi sono detta - mal comune mezzo gaudio. Prima (il 26 scorso) è toccata a me. Poi è toccata ad altre firme del giornalismo. Radio Maria? Il nudo di Gesù è  un evidente pretesto per censurare una voce ritenuta scomoda: non ci vuole un genio per intuirlo. E l'algoritmo per dirla alla Totò, è il classico Servo che serve.  Tutto questo però mi ha fatto riflettere sulle nostre colpe. Abbiamo abbandonato il mondo analogico per sposare con troppo entusiasmo quello digitale e ci siamo volontariamente ritrovati in trappola. Insomma, la rete rende prigionieri. E non solo i  pesci.  Ogni navigazione che facciamo, ogni sito che visitiamo, viene monitorato e, senza avvedercene, lasciamo in giro un mucchio di tracce informatiche sui nostri gusti, disgusti, preferenze, ricerche e altro, un po' come Pollicino coi sassolini bianchi sui sentieri dell'intricato bosco. Ricapitoliamo questi ultimi anni. 



La nostra fuga nei blog e nella scrittura on line risale a quando ci rendemmo conto che i giornali erano espressione di poteri oligarchici.  Ogni finanziere, ogni oligarca che si rispetti acquista sempre il suo pacchetto di testate giornalistiche. Nacquero aggregatori di matrice liberale e libertaria contro il Pensiero Unico bulgaro della stampa filocomunista e comunista. Sorsero allora blog, siti e aggregatori di blog dai nomi più fantasiosi e molti di noi si tuffarono entusiasti nella nuova avventura pensando di poter scrivere in libertà, senza censure e senza  il peso di dover rendere conto agli Ordini professionali come avviene per i giornalisti che devono essere fedeli "alla linea editoriale" dettata dai Padroni.  Le piattaforme facevano a gara a metterci a disposizione i  loro servigi, come tante sirenette seduttive. L'avventura inebriante ebbe vita breve. Nel mio specifico caso, 20 anni che devo ammettere, non sono pochi. Ma ora  è arrivato il DSA (Digital Service Act) verso cui mi sono chiesta se è davvero la Ue che influenza le lobby delle piattaforme  digitali o non è piuttosto viceversa. Nel migliore dei casi, si tratta di un'interazione, di una malefica simbiosi fra le due entità.

Frattanto le piccole stamperie e tipografie spariscono, le edicole chiudono mentre i giornali giacciono invenduti  nei supermercati, a causa del loro becero servilismo ai loro padroni di riferimento. Fine dei pesi e dei contrappesi. 



 Così, quella rete che prima ci dava rifugio (sempre per i loro interessi, naturalmente) ora si è rivelata una nuova  temibile trappola da cui fuggire. L'atmosfera che ci attornia non è delle migliori per parlare di libertà e in libertà, perché ci sono due guerre tremende alle porte di casa, e situazioni del genere, non incoraggiano alla libertà d'opinione che viene sempre più compressa e  ristretta. Le libere opinioni, le varie sfumature di pensiero sono cose che vanno  bene solo nei tempi di pace, di prosperità e tranquillità. Ora, purtroppo,  è tempo di becere contrapposizioni. Ce lo dice pure l'algoritmo. 

San Francesco da Paola


28 March 2024

Una Pasqua difficile



Quest'anno ci si mette anche il clima a trasformare la festività legata al risveglio primaverile della Natura in festa,  della Resurrezione della carne e dello spirito, in un continuum grigio dell'inverno. Quando eravamo tutti segregati e tumulati in casa nei due terribili anni 2020 e 2021, abbiamo avuto, manco a farlo apposta, Pasque belle calde e ridenti. Ma ronzavano elicotteri e droni sulle nostre teste per spiare chi faceva pranzi pasquali nei giardini con più di due invitati. Leggo che anche i luoghi della Terrasanta, saranno senza pellegrini, a causa della paura della guerra. Credo siano vane anche se comprensibili e motivate, le esortazioni del cardinale patriarca latino di Terrasanta Pierbattista Pizzaballa a riprendere i pellegrinaggi. La gente, e in particolare i cristiani, nella diatriba dell'annosa guerra  israelo-palestinese (una guerra infinita che dura da almeno 70 anni) sono sempre stati un vaso di coccio tra vasi di ferro. E il clima bellico di inimicizia assoluta non invita a spostamenti. Senza contare che la destra ultraortodossa israeliana ha sempre cercato di rendere difficile la presenza dei cristiani in quei posti, con gesti palesemente ostili, riportati anche dal sito Terrasanta.net. 

Sono stata in quei luoghi che quest'anno sono stati proibiti e impediti al culto, col pretesto del "terrorismo di matrice islamica". Proibiti, limitati a fasce anziane di età e pure contingentati. Alcuni video mostrano giovani ragazzi musulmani che cercano di accedere ugualmente - e devo aggiungere coraggiosamente - alla Spianata delle moschee dove troneggia superba la Cupola della Roccia, la moschea dorata che è il simbolo della spianata stessa e di Gerusalemme, città crocevia delle tre grandi religioni monoteiste. Ironia del destino, mentre qui in occidente i musulmani procedono spediti a una moscheizzazione del territorio, sulla quale non posso concordare, da loro non possono recarsi in preghiera, nei luoghi di culto ad essi preposti. Ma torno a noi. 


Marcello Veneziani ha scritto cose vere, quando afferma che l'aver relegato il culto cristiano al privato, non è solo colpa delle gerarchie vaticane, ma un po' di tutti quanti noi. Un tempo erano le comunità di villaggio, ad essere custodi di riti, liturgie, simboli e tradizioni. Oggi che assistiamo all'estinzione di queste, così come alla disgregazione della famiglia, è più facile sprofondare in quell'edonismo di massa che ci rende eternamente scontenti e cedere alle sirene della mondanità veicolata dalle campagne pubblicitarie relative alle festività  pasquali : viaggi organizzati, visite guidate, corse ai ristoranti, eccetera. Ma voglio tornare con il pensiero a quei luoghi magici da me visitati, nei quali anche noi cristiani abbiamo diritto. Certamente non è un diritto territoriale, ma spirituale. Lasciare sguarnita la Basilica della Natività a Betlemme luogo di nascita di Gesù e quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme, luogo di sepoltura del Cristo senza fedeli e senza pellegrini significa che tutto ciò che non si presidia, alla fine lo si perde. Il cardinale patriarca latino di Terra Santa che ebbi modo di conoscere in quei luoghi quando ancora era un attivo e competente sacerdote addetto ai Beni Archeologici della cristianità, lo sa bene e si mostra preoccupato.

Oggi è giovedì santo e mi sono recata a visitare un piccolo sepolcro allestito nella chiesetta parrocchiale, dietro casa. C'erano calle, azalee, gerbere gialle e arancioni. E tante margherite bianche in mezzo a un buon profumo di ceri e di incenso che attorniavano l'effige del Cristo. La memoria corre a quel soggiorno in Terra Santa, ai rigogliosi  plurisecolari ulivi dell'Orto del Getsemani.


A quando percorremmo la via Dolorosa e raggiungemmo il luogo in cui si ricorda l'ultima caduta del Signore a pochi metri dalla basilica del Santo Sepolcro, custodita da frati minori francescani, da greco-ortodossi, armeni, siriaci, etiopi copti. Di fatto, le ultime cinque stazioni della Via Dolorosa si trovano all'interno della Basilica. Per arrivarci una possibilità è tornare al bazar-suq di Gerusalemme e percorrere alcune strade fino ad arrivare alla piazzetta che si apre di fronte all'entrata, sulla facciata sud; questo è l'itinerario abituale della processione del venerdì. L'altro percorso, più breve, quello che facemmo noi, consiste nell'attraversare la terrazza del convento etiope – che a sua volta è il tetto di una delle cappelle inferiori della basilica – e scendere attraversando l'edificio, che ha un'uscita diretta sulla piazza, vicino al luogo del Calvario. Fu qui al cortile etiope che vidi una scena che mi impressionò notevolmente. Un vecchio custode etiope di religione cristiano-copta, addetto alla sorveglianza dei luoghi di culto, prese una sedia e se ne stette immobile per tutto il tempo che c'eravamo noi, in posizione solenne e ieratica, tipica di chi si sente investito di una missione importante. Se ne stava lì, muto e immobile come una statua, incurante del tempo, come fosse in meditazione. Umile eppure dignitoso. Ci guardammo in faccia sorpresi e attoniti, e la domanda che nessuno dei visitatori italiani lì presenti fece, ma che certamente attraversò la mente di molti di noi, fu: faremmo noi al suo posto la stessa cosa? 



 Buona Pasqua a tutti voi, anche se sarà una Pasqua difficile in uno scenario di guerre crudeli quanto assurde che nessuno vuole, ma che non possiamo fingere di non vedere. 

Giovedi santo- Ultima cena di N.S.